domenica 27 giugno 2010

un sentiero lunghissimo


Ci camminano al fianco, somigliano a vortici in continuo moto, unica pausa breve, e poi si rituffano nel gorgo, travolgono tutto senza accorgersene, mutilando e sconvolgendo. Cos'è un ingranaggio? A che servono i procedimenti? E i manuali? Ma perché, esistono le regole? Non conoscono routine, non sanno nulla della frivola occupazione della chiacchiera, né importa loro di far trascorrere le ore in maniera più veloce, anzi… non c'è forse un metodo per arrestarlo? Esattamente nel preciso momento in cui hanno più amato hanno più intensamente vissuto. Altrimenti che senso avrebbe farlo trascorrere, percorrere, rincorrere? E questo dev'essere, pieno di significato, effettivo e sicuro ormeggio. Chi è per sventura distratto supera se stesso lungo il corteo, guardandosi indietro, calcola la distanza minima e non tiene il passo con la folla che ora lo precede, e se reputasse più opportuno tornare indietro? Forza per ricostruirne la struttura, fantasia per alterarne la cadenza, coraggio per ridargli quella dignità persa per strada. Si ricomincia. Chi dal fondo ne sappia pescare una, chi riesce a risalirla quella corrente e ha ancora vita per farlo, vada. Gli altri rimangono spauriti e sospesi sulla furia dei venti, cavalcano i mulinelli sollevati, saltano sui pensieri privi di sostegno sicuro. Ci si può adeguare? La fantasia non aiuta, l'inventiva non ricrea la visione, l'insicurezza aggiunge un nuovo anello alla catena di incomprensione. Chi è per natura fallito demolisce l'armonia interiore, fa fatica ad espandersi, dimentica il ritmo e non conosce la trama delle corrispondenze, ignora i richiami della bellezza del creato, gravato da pesante e ingombrante fardello, precipita e vorrebbe non esser solo. Ci si può far perdonare? Chi distrugge l'equilibrio è condannato senza indugio mentre intorno esseri petalo si lasciano trasportare, colorando e profumando i sentieri della conoscenza.
Tu costringi molti a cambiare opinione al tuo riguardo; essi te ne fanno una grave colpa. Giungesti vicino a loro ma passasti oltre: non te lo perdoneranno mai.

6 commenti:

  1. Quando ancora non c'erano fiori nei sentieri
    perché i sentieri non c'erano né c'erano i fiori;
    quando il cielo non era azzurro né azzurro né rosse le formiche
    già eravamo tu e io.
    Alì Chumacero

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  2. davvero molto bello milena. posso citare faber, con signora libertà signorina anarchia? :-)
    un abbraccio, ciao

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  3. certo che puoi, anzi devi, ogni qualvolta ti venisse in mente… è uno degli autori da me amati! :) ci stava benissimo come pezzo a sottolineare in effetti! ;)

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