lunedì 10 maggio 2010

in volo

Ci sono persone che non riescono a star ferme. Quant'è che hai fatto l'ultimo viaggio? Ci sono anime inquiete che saltano nel vuoto, che s'immergono nel buio e il viaggio è l'unica chance che rimane loro. Ma non un semplice stacco, un reale strappo, un estraniarsi da tutto e da tutti. Vogliono solo librarsi, in punta di piedi si sporgono da quel confine e guardano oltre, e poi spiccano e mollano ogni zavorra. È un bisogno, è la vita che prende il sopravvento, la vita che hanno rischiato di perdere, si impossessa della loro volontà e niente possono se non esiliare perennemente se stessi.
L'anima attraversa i secoli, non si riconosce in nessun corpo, in una esistenza. Ti trascina in una spirale di attimi che non puoi interrompere, hai l'unica possibilità di correre fuggire inseguire la fioca luce, la vedi e si fa sempre più lontana, è una condanna che sbarra il passo, è un segreto inconfessabile, se ci provassi si perderebbe in mille frammenti, come pulviscolo.
Se la tua vita è stata una continua lotta, ti volti indietro e ti accorgi che ogni conflitto ha lasciato solo un cumulo di macerie e tu non hai fondamenta su cui costruire nulla, e così parti. Tra la folla, volti che non conosco e non riconosco, mi insinuo, a passi veloci, danzo fino a raggiungere il mio nascondiglio, dove indugiare tra i miei libri, pagine da scoprire, annusare, carezzare.
Sarà un miraggio? Se tutto fosse evanescente sogno, se potessi aggrapparmi a una speranza, non combattere più, non fronteggiare ogni ragione, riuscirei a trovare un mio spazio, adatto ad accoglierne anche gli altri, dal quale non mi sentirei trascinato nel vuoto, non scatenerei intemperie, l'anima si placherebbe in un abbraccio, ci sarebbe un approdo possibile…
No, pioggia incessante che cade e ferisce, lei prescinde da ogni volontà, ti chiude gli occhi e tu sguazzi tra le pozzanghere, guizzando divertito, cercando di sfuggire ridendo a chi ti insegue, e ti mette alla prova, si infrange al suolo e si allarga, macchia trasparente, dove si riflette il cielo, prima che i passi frenetici sporchino ogni cosa.

L'ultima stella
Il mio argenteo guardare stilla nel vuoto
mai presagi che la vita fosse cava.
Sul mio raggio più leggero
scivolo come su trame d'aria
il tempo in cerchio, a palla,
instancabile la danza mai danzò.
Freddo serpente scatta il fiato dei venti,
colonne di pallidi anelli salgono
e crollano di nuovo.
Che cos'è la silenziosa voglia d'aria,
questa oscillazione sotto di me,
quando io mi giro sopra i fianchi del tempo.
Un lieve colore è il mio movimento
ma mai baciò il fresco albeggiare,
mai l'esultante fiorire di un mattino me.
Si avvicina il settimo giorno -
E la fine non è ancora creata.
Gocce su gocce finiscono
e si sfregano di nuovo,
nelle profondità barcollano le acque
e si accalcano là e cadono a terra.
Selvagge, scintillanti ebbre-braccia
schiumano e si perdono
e come tutto si accalca e si stringe
nell'ultimo movimento.
Più breve respira il tempo
nel grembo dei senzatempo.
Arie vuote strisciano
e non raggiungono la fine,
e un punto diventa la mia danza
nella cecità.

(dal 1996 - Loco settembre)



da una senzatempo

2 commenti:

  1. che sia il movimento, la lotta il segreto della luce? l'unico segreto per sfuggire alla linearità del tempo e farne piuttosto una danza..

    ps bellissima canzone ;)

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  2. Ne sono convinta. Vedrò di non far mancare mai note su quel grande spartito.

    La canzone e il gruppo più leggeri ancora.

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