domenica 9 maggio 2010

ti confido un segreto


Ognuno ha il suo segreto che porta chiuso in sé fin dalla nascita, segreto di profumo di tiglio, di rosa, di gelsomino, profumo segreto sempre diverso sempre nuovo unico irripetibile, segreto di impronte digitali graffito inesplicabile sempre nuovo diverso sempre unico irripetibile.

Un segreto che ci abita umbratile, schivo, è l'unico indizio di verità che abbiamo, l'unico appiglio che resiste al fuoco che devasta o allo tsunami che travolge. Ho la vita piena di nevrosi, di fatica, di conflitti che però apre la porta alla riflessione, alla conoscenza sempre più profonda di me stessa e al maggiore amalgama con gli altri… quindi i problemi e gli scontri sono aiutanti involontari e a poco a poco ci svelano quali siano i nostri segreti, perché spesso nemmeno noi sappiamo di averne.
Il problema è che io non riuscirò mai a condividere quei segreti con te o con nessun altro, non avrò mai la debolezza di mettermi a nudo davanti a una folla curiosa e affamata. È il mio punto di forza, io ho imparato a scovare e conoscere quel posto profondo e recondito, ma non lo esternerò mai in presenza d'altri. Me l'hai sempre ripetuto fin da piccola: 'Sei un libro chiuso'. E io lo so, ma ti dico: 'Va bene così'. Lascia che la pazzia e la memoria rimangano sotto la mia morbosa protezione.
Per questo ti scrivo, per chiederti di sfogliare quelle pagine che ti indicherò e poi di richiudere, di riporre quel libro, perché nulla laggiù, giù potrà mai più meritare la luce, l'aria, le carezze e i tuoi baci. Ridammi il diritto di preservare quei ricordi e quel sentire, di dar scampo a quel luogo, di chiudere quello squarcio e di celebrare il funerale della nostra stretta parentela. Quando finito questo lavoro del lutto e sotto la fatica di panni vestiti scarpe e calze nere quella carne fragile e forte, calda e vulnerabile al gelo, mi ricrescerà, io riaprirò quelle ferite e ripercorrerò quelle strade fino a casa in una corsa felice controvento, riaprirò quella porta e mi perderò nel tuo abbraccio soffocante, più dolce che in vita, ti pregherò di portare con te quelle poche parole sincere e attendendo che l'ombra invisibile e pronta dietro l'angolo a inghiottirci ancora, converseremo come non mai…
Tu mi riaffiderai la libertà sempre sognata di sostare il tempo necessario e poi di ripartire, ora annidata nel luogo più profondo dell'anima, come un faro guida dei miei pensieri ed essenza della mia vita, fuor delle acque nere mi riporterai a galla, tu radici, io fronde del millenario ulivo di preziosa memoria mi rinnoverai e scorrerai alimento, solo un attimo e in quella frazione di secondo avrò forse l'occasione per dirti quanto ti amo e quanto t'ho sempre amata mamma!


ops… scusate le romanticherie, è un attimo, e tornerò quella di sempre

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