mercoledì 26 maggio 2010

prima della rivoluzione


Qual è il pensiero mio sulla politica e quanto grande il desiderio di rivoluzione?
È insito nel mio cuore e si rivela come una passione, ma ha bisogno di moderazione e di guida. La mia città: una cupola di colline in pietra, una grande muraglia, la si soffre, la si sopporta, la si accetta nel segno della resa? La mia gente: una grande fede cristiana per dare certezza quotidiana, paura ed aridità, la si abbraccia, la si condivide peccando di ipocrisia? Non credo nelle tessere di partito, non mi aggrappo fiducioso a un simbolo… o forse dovrei? Sgomentato, insicuro, vittima di un ciclone in continua evoluzione. Sensi di colpa disamore abbandono sogno claustrofobia. Sogno un taglio netto? O preferisco il silenzio? Nel mio spirito languido e tormentato, mutevole e incessantemente tempestoso, sento il bisogno di vuoto ricco di fantasmi e povero di desideri.
Si trasgredirà l'ordinario dell'abitudine, si farà l'amore quando gli altri attaccano al lavoro, si lanceranno bottiglie in fiamme… non cercherò le tue mani, non lascerò che tu mi stringa, non vorrò fuggire con te all'alba mentre le campane stordiscono e assordano. Nessuno se ne accorgerà, nessuno. Nel frattempo attendo un segnale e mi perdo nelle grandi stanze vuote e spoglie. Percepisco il vento e le voci che porta via, scorgo un traino che mi liberi dalla classe spenta e paurosa dinanzi alla novità. Ho da organizzare, progettare, sovvertire. Superare la soglia della vacanza politica e coltivare il mio orto; la democrazia è come la campagna: bisogna badarci tutti i giorni.

2ª
3ª

Nessun commento:

Posta un commento