sabato 1 maggio 2010

rosso marcato

È pensando a un film visto nel lontano '91 che spontanee tornano tante riflessioni e note… e giacché capita spesso che un avvenimento ti faccia venir in mente un film o un libro o una canzone, a me oggi scrivendo, è ritornato alla mente un colore… rame, sangue, lingua, venuzza nell'occhio.
Come la testa delle formiche che scorrono sù e giù per un tronco di fico, instancabili, senza fine si agitano e lavorano, portano provviste, si accalcano, si scontrano e ostinate proseguono senza chiedersi il perché. Avranno pure un loro codice di comunicazione ma io non le vedo scambiarsi una parola, anzi hanno paura quando un'altra le sbarra il passo, sfuggono, ti strattonano e via, ancora sù e giù.
È così che mi vedo? È così che vedo chi mi sta intorno? Forse sì. Allora associai l'immagine alle persone che incontravo per strada a Milano o in altre città del nord giù in metro o sù in duomo, mi guardavano appena, infilavano la testa nel paletot e proseguivano diritte e indifferenti e, al mio gesto naturale di sorridere o di salutare, ricambiavano infastidite o rimanevano esterrefatte e inebetite. Eppure con qualcuno ho stretto amicizia proprio così… e oggi? Oggi è terra bruciata! Deserto… Siamo lontani e si cerca la strada più facile e come quelle formiche, ops, via fuga.
Siamo ombre grigie in un'alienata modernità figlia del profitto, del consumo, priva di un significato originale, di una struttura. E il maestro se n'è accorto e ha voluto raccontarlo in una tetralogia dedicata a un mondo, a una società che non comunica, sola, eclissata, nella quale siamo vinti, eroi perduti e perciò sviluppata in maniera inafferrabile, sconnessa e scollegata.
Guarda com'è dipinta, com'è fotografata, ti entra nel cuore e tu entri nel malessere dei protagonisti attraverso i simboli e i colori intensi: quelli della classe operaia che si smarrisce e soffre come i padroni, quelli della nevrotiche manie di protagonismo, quelli delle pareti del capanno dei pescatori, quelli dell'erotismo stanco e ridondante, quelli degli accoppiamenti evaporati, stimolati ma per niente seduttivi, quelli del calore inesistente vinto dalla solitudine, quelli di una classe borghese che non sa far altro che brulicar parole di poco valore.
Non sarà stata la rivoluzione vuota e troppo felice a determinare questo stato di cose? La crescita paradossale, veloce ma piatta e individuale, cozza contro la crisi individuale e soggettiva… e senti sotto, mai in fondo, tutto quel rumore mastodontico e persistente che ti penetra e ti innervosisce e ti distorce e alla fine ti annienta, ti cancella vista, udito e tatto, e tu appari sempre più piccolo di fronte all'orizzonte, un ingranaggio tra tanti, sempre più distante dagli altri, abbagliante elemento di disturbo affanna il respiro e cambia le espressioni. Nel rumore spiccano i nostri due volti, il mio e il tuo, due volti che si incrociano, si sfiorano, si cercano e si raccontano. È l'ultimo barlume di speranza, il gesto d'intesa scambiato, l'ultima occasione di trarsi in salvo, noi due che viviamo in continuo equilibrio, avvertiamo la piccola scossa e spaventati dalla lacerazione caos che potrebbe intrappolarci e distruggerci, partiamo per l'isola deserta, vergine e stupenda. Smetterò di dir bugie, finirò di raccontare storie, cancellerò questa coperta fitta che m'avvolge e mi mette in pericolo e mi costringe a precipitarmi fuori e a partire nella direzione sbagliata.
Scorgo ora nella nebbia un segnale, una bandiera d'allarme, viro e mi allontano nel più completo silenzio, odo solo la tua voce armoniosa tra le rocce e sento le onde accarezzare i miei piedi nudi.


… dimenticavo l'intenso capello di Monica, la più grande attrice italiana di tutti i tempi, (per me)!

2 commenti:

  1. .. la rivoluzione c'è stata è finita c'è sempre stata ... di questo ne ho avuto percezione da subito, da quando ne ho idea ... c'è stata! senza non avremmo preso possesso, autodeterminandoci, della nostra individualità ... non avemmo respirato il profumo dell'essere assieme liberi ... è finita! perché sono troppi i condizionamenti che l'orrore del perseguimento incondizionato del profitto mette in atto ... troppe le esistenze piegate e schiacciate dalle ridicole ma feroci oligarchie capitalistiche ... c'è sempre stata! perché l'energia di trasformazione che determina l'incontro tra due persone è assoluta, è destabilizzate ... la ricerca nell'altro, del non conosciuto, attuandone e amandone il potere evolutivo è la forza più rivoluzionaria e inarrestabile che io abbia conosciuto ... ed è vero Milena il suo colore è "rosso marcato" ...

    ... dimenticavo Monica Vitti e Michelangelo Antonioni ... è stato un incontro bellissimo ...

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  2. Concordo. Da un po' vorrei rileggere un autore americano di cui ho avuto possibilità di leggere tanto tempo fa e che ora, alla luce di quella rivoluzione finita di cui tu parli, e di quella finta, copia di un'altra, che si vorrebbe rievocare, riassaporo e capisco finalmente l'amarezza e la feroce sensazione di impotenza ma insieme l'ostinazione nel ricercare la verità. L'ho prestato e non mi è stato più restituito. Me ne procurerò un altro!

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