venerdì 14 maggio 2010

salesabbia


Incendiario, distruttivo, esplosivo. Eros e thanatos nelle saline si impadroniscono dell'uomo povero e lo fanno ricco, di un bene supremo che nulla ha a che fare con l'ordine alienante della civiltà dei consumi. L'uomo-macchina è ora uomo-dio, fuso nell'armonia della natura alle cui leggi e ai cui ritmi ancestrali, e solo a questo egli deve attenersi, aspettare e segnare l'oscillazione lenta, erosiva, solenne cadenza, ticchettio, musica magistrale con il quale ci si culla, beatamente primitivi e sentimentali.
Figlia dei fiori immortalata in una sequenza dalla bellezza mesmerizzante, onirica, trasfiguratrice, una donna dal viso incorniciato da lunghi capelli in un'aura di sogno simbolica si unisce a un uomo, tutte le donne e tutti gli uomini si uniscono nella cristallizzata sensualità del sigillo del bacio, salati, sapidi, consapevoli protagonisti del gioco e della realtà della primordiale materia insufflata di vita, si mimetizzano nei frenetici corteggiamenti, si fondono con la sabbia che li ricopre, li vince, li sostituisce.
Il tentativo è riuscito. La dimensione olistica e adamitica, laddove il sistema capitalistico ha ridotto l'uomo, creatura a sangue caldo palpitante, a umanoide, inorganico automa privato di soffio vitale, è recuperata, è vittoria dell'amore che schiude le sue delizie nell'edenica valle. Non è un cimitero, c'è più vita nel deserto che non nel turbinio delle metropoli popolate da morti viventi.
Ora la donna, creatrice creatura creata per plasmare le vite, esercita il suo potere salvifico, rivolge l'occhiata profetica a me e soffia l'alito distruttore verso la sgraziata costruzione artificiale che, come un bubbone sul corpo della dea, infierisce e ferisce l'organismo maestoso della natura antica. Via il male, nuova vita, nuova speranza…


secondo me ci sta benissimo… classic blues

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