mercoledì 19 maggio 2010

evasione

Ridicolo, irrazionale, da solo sto camminando nella mia isola, piedi nella sabbia e onde sui miei piedi e riverberi sui miei capelli, sento un rumore e mi metto a correre come se fossi minacciato da qualcosa. Chi mi insegue, chi segue le mie tracce? Sì ti vien da ridere, lo so. Anche a me verrebbe da sorridere se fossi in te. Ma è più forte di me. Il fatto che farebbe divertire me è comunque il motivo per cui non riuscirei a scattare come una volta… sono diventato più lento, anch'io sono stato ragazzo, arrabbiato, aggressivo, veloce a scattare per un nonnulla! Ora da anziano sono più indulgente, meno rigoroso, più generoso. Più tollerante. Amo le donne, il vino, il buon cibo abbondante? Non più… non riuscirei a digerirlo facilmente e così la felicità di gustare un arrosto si intreccia all'angoscia dell'impossibilità di consumarlo tutt'intero. Molte emozioni, grandi sentimenti alla vista della succulenza, poche reazioni, piccole erezioni al pensiero dell'avanzare dell'età. Sono comunque un bambino, affascinato dal mistero, dalla magia, dal sogno… e dietro l'angolo vedo mille spettri, ho milioni di paure e recito a memoria miliardi di incantesimi per scoraggiare i primi e cancellare le seconde. Non ho alcuna difficoltà a ricordarli e non sento la necessità di evocarli, sono con me, si ripropongono al bisogno, sono in me sempre. Anch'io sono stato cresciuto in una famiglia cattolica, sono stato allevato nel timore di Dio. Anch'io venivo punito e rinchiuso nella stanzetta a ripensare e rimuginare, cos'ho fatto? e di male? ormai l'ho fatto! e non ci penso più! Guardiamo avanti, studiamo nuove nevrosi, guardiamole con quell'obiettivo potente e capovolgiamo la realtà, l'unica speranza di salvezza che abbiamo. Magia, illusione? No, cinema, il più grande e attendibile traduttore della verità umana. Prego, venite pure, accomodatevi, l'ho creata per voi, una ricetta originale e sempre valida, nuova e vecchia, commovente e tremendamente lucida… eterna favola, testamento perenne.



Possa ogni cosa ritenuta abituale, inquietarvi

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